Si chiama (1-11)E2 ed è un vaccino di nuova generazione, capace di innescare una risposta immunitaria contro il beta–amiloide, un peptide che si accumula nel cervello dei malati di Alzheimer, causando danni alla memoria e alle capacità cognitive. A realizzarlo, due istituti napoletani del Consiglio Nazionale delle Ricerche: l’Istituto di Genetica e Biofisica (Igb-Cnr) e l’Istituto di Biochimica delle Proteine (Ibp-Cnr). Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Immunology and Cell Biology. La molecola, per la quale è stato appena concesso il brevetto italiano e per cui è stata depositata una domanda di brevetto internazionale, consiste in una proteina chimerica, ottenuta cioè dalla fusione di due proteine diverse: un piccolo frammento del peptide beta-amiloide, coinvolto nell’Alzheimer, unito con una proteina batterica. La sostanza è capace, in provetta, di auto-assemblarsi formando una struttura simile a un virus per forma e dimensioni. La sperimentazione è attualmente nella fase pre-clinica, che prevede la somministrazione del vaccino a topi normali. Il passo successivo consiste nel testare l’efficacia terapeutica e i possibili effetti collaterali in topi transgenici che sviluppano una patologia simile all’Alzheimer.