Tipologie, sintomi e rimedi per individuare la patologia ed arginare la caduta dei capelli
a cura di Istituto Helvetico Sanders
I problemi di capelli sono sempre più frequenti in ogni fascia di età, sia per gli uomini che per le donne. Di per sé la caduta capelli può considerarsi un fenomeno normale, in quanto la capigliatura è naturalmente soggetta ad un continuo ricambio. L’anormalità irrompe quando la caduta si protrae per più settimane e la cute diventa visibile.
Affrontiamo, dunque, questa patologia, partendo dalla caduta dei capelli, per poi passare alle calvizie ed a tutte le più recenti soluzioni per affrontare questa problematica, come l’innovativa tecnica di autotrapianto capelli denominata F.U.E. (Follicular Unit Extraction).
Un intervento che non lascia cicatrici visibili, non provoca dolore e permette di riprendere le normali attività quotidiane dopo pochi giorni dall’intervento stesso.
LA CADUTA DEI CAPELLI: CAUSE E TIPOLOGIE
La caduta capelli è un fenomeno fisiologico, in quanto essi sono soggetti ad un continuo ricambio. Normalmente, il capello cade quando il follicolo ha già prodotto un nuovo capello pronto a sostituirlo. Tutti noi possiamo perdere fino a 100 capelli al giorno, ma questo fenomeno è normale se non è di lunga durata.
Quando si protrae nel tempo, questa condizione può portare a diradamento e successivamente alla calvizie. Le modalità e le tempistiche con cui si presenta il problema sono diverse a seconda che si tratti di caduta capelli nell’uomo oppure nella donna. Troppe persone perdono i capelli e rischiano la calvizie, mentre potrebbero conservare una capigliatura sana e forte, semplicemente intervenendo in tempo. Oggi, infatti, è possibile approfondire le cause di questa problematica e valutare le condizioni del cuoio capelluto con largo anticipo.
QUANDO BISOGNA PREOCCUPARSI?
-Quando la perdita giornaliera riguarda molti capelli (più di 100);
-Se la caduta capelli si protrae per più di 4 settimane;
-Se è già presente un diradamento anche minimo, ovvero se risulta visibile il cuoio capelluto.
Il fatto che le strutture capillari cadano è un fenomeno del tutto naturale se avviene entro certi limiti e alla fine del ciclo di vita del capello.
Il telogen effluvium è l’aumento della caduta delle strutture capillari in fase di riposo. Questo si verifica quando il capello non ha completato il proprio ciclo vitale. Può essere riconosciuto dal piccolo rigonfiamento bianco, visibile ad occhio nudo, che corrisponde alla radice a riposo. È una problematica frequente e spesso trascurata. Questa tipologia di caduta si ripresenta infatti a cadenze periodiche dando l’illusione temporanea di essersi risolta da sola. Invece inesorabilmente assume un andamento cronico che può sfociare nella calvizie.
LA RICERCA HA INDIVIDUATO DIVERSE CAUSE DELLA PERDITA DEI CAPELLI:
-COMPONENTE GENETICA
-STRESS
-ALIMENTAZIONE
-SQUILIBRI ORMONALI
-MALATTIE IMPORTANTI
-FARMACI
-FUMO
A provocare questo tipo di problematica non è mai un solo ed unico fattore, è importante quindi capire cosa provoca la caduta di capelli in ciascun caso specifico. Molti uomini ritengono che la caduta dei capelli sia un evento inevitabile soprattutto con l’avanzare dell’età. Si pensa infatti comunemente che, per un uomo, perdere capelli e ritrovarsi a 50 anni quasi calvo sia normale.
In realtà la caduta di capelli è un processo che può essere arrestato e solo in rari casi è inevitabile.
CALVIZIE: DA COSA HA ORIGINE QUESTA MALATTIA?
La calvizie o alopecia androgenetica è la più comune problematica dei capelli: nel corso della vita, circa l’80% dei maschi ed il 50% delle femmine manifesta qualche segno di calvizie.Per alopecia si intende l’assenza o la carenza di peli o capelli nelle aree di cute in cui essi sono normalmente presenti: il termine alopecia comprende sia l’ipotrichia, che indica la carenza di peli o capelli, sia la “calvizie”, che indica invece la mancanza irreversibile di capelli.
Come si può capire dal termine stesso, l’alopecia androgenetica ha due cause necessarie e concomitanti:
• andro = ormoni androgeni – ormoni maschili
• genetica = predisposizione ereditaria
L’alopecia androgenetica non compare se non ci sono gli ormoni maschili e quindi mai prima della pubertà. I livelli ormonali necessari a provocare la perdita dei capelli sono quelli del maschio adulto sano. Anche la donna produce ormoni androgeni, ma in concentrazioni inferiori al maschio. Per questo, l’alopecia androgenetica non è esclusiva del sesso maschile, ma si osserva anche nelle donne. L’alopecia è una problematica poligenica, cioè causata da molti geni diversi.
Quanti più geni predisponenti sono presenti, tanto più la calvizie è grave. Nella donna che fisiologicamente ha livelli di ormoni maschili più bassi dell’uomo, sono necessari più geni predisponenti rispetto all’uomo, affinché la caduta permanente dei capelli si manifesti. Una donna con alopecia androgenetica, quindi, ha necessariamente molti geni predisponenti e trasmetterà più facilmente il problema ai propri figli.
CALVIZIE PRECOCE
Da una recente ricerca promossa dall’IHRF, Fondazione Internazionale sulla Ricerca per i Capelli, è risultato che 1 ragazzo su 5 è soggetto ad una precoce (o precocissima) perdita dei capelli. Parliamo di ragazzi e ragazze intorno ai 20 anni. Sul campione esaminato di circa 10.000 giovani, il 18% è risultato soggetto a calvizie o caduta capelli.Nella maggior parte dei casi si tratta di alopecia androgenetica (ereditaria). Spesso, tuttavia, ad influire su questo fenomeno intervengono fattori psicologici sottovalutati come ansia, stress, traumi e tensioni emotive. I ragazzi sono generalmente più colpiti rispetto alle ragazze, ma è in aumento anche il numero di donne coinvolte. In questo caso
a far leva sono soprattutto: sonno disturbato, cattiva alimentazione e fumo. Il sensore comune è rappresentato da un’eccessiva produzione di sebo e dall’assottigliamento dello stelo. I capelli infatti diventano sempre più fini per poi cadere senza più ricrescere.
IL TEST DEL DNA PER CONOSCERE IL PROPRIO GRADO DI PREDISPOSIZIONE ALLACALVIZIE
Un aumento della caduta dei capelli è un importante campanello d’allarme, potrebbe essere un semplice fenomeno temporaneo oppure, come già spiegato, celare problemi ben più gravi come l’alopecia androgenetica. Ad oggi la Genetica ci offre un importantissimo strumento, il test del DNA per la predisposizione alla calvizie, in grado di accertare scientificamente se esiste il rischio di alopecia ed in quale misura è presente nel profilo genetico di una persona. Si tratta di un complesso test molecolare nel quale il DNA è isolato ed analizzato per identificare quanto la perdita di capelli è legata al fattore androgenetico o ad altri fattori associati a problematiche diverse. Il prelievo del DNA è semplice e non invasivo, avviene infatti tramite un autoprelievo per mezzo di un tampone salivare e dura pochi secondi. Il test valuta le variazioni genetiche (polimorfismi) nei geni associati alla comparsa di Alopecia Androgenetica e alla caduta di capelli in diverse aree del cuoio capelluto, viene effettuato da Istituto Helvetico Sanders in stretta collaborazione con Centri Diagnostici di Bioingegneria e Biologia Molecolare, specializzati in Biologia Genetica, autorizzati e riconosciuti dalla Società Italiana di Genetica Umana, certificati UNI EN ISO 9001, UNI CEI EN ISO 13485 e UNI EN ISO 15189. I geni che verranno analizzati sono: Gene AR che codifica per i recettori degli androgeni, Gene 20p11 associato al rischio di insorgenza della calvizie, Gene SOD2 che codifica per l’enzima superossidodismutasi e Gene GPX1 che codifica per l’enzima glutationeperossidasi. Lo studio del dna permette di capire quando inizierai a mostrare i primi segni di calvizie oppure, in presenza della problematica, la velocità della progressione dell’alopecia androgentica.
COSA FARE QUANDO CI SI RENDE CONTO DI ESSERE AFFETTI DA CALVIZIE
Innanzitutto è molto importante affidarsi a degli esperti del settore, evitando improbabili cure “fai da te”. Studiare il DNA permette di identificare il trattamento più adatto in base alla situazione del soggetto. Agendo con tempestività, si può limitare la progressione del problema o addirittura prevenirlo prima che si manifesti. Diversi sono gli scopi di un trattamento: rallentamento del fenomeno, normalizzazione della caduta, irrobustimento e mantenimento delle strutture esistenti o ripristino delle condizioni ottimali del cuoio capelluto. In ogni caso, essendo la caduta dei capelli un problema di natura degenerativa, è fondamentale la tempestività dell’intervento.
Se invece il follicolo è ormai atrofizzato e si desidera un ripristino totale della propria capigliatura, allora opportuno ricorrere ad un intervento chirurgico e quello che viene eseguito maggiormente è l’autotrapianto di capelli secondo tecnica F.U.E.
CARATTERISTICHE DELL’AUTOTRAPIANTO DI CAPELLI CON TECNICA F.U.E.
La tecnica F.U.E. (Follicular Unit Extraction) permette di ottenere unità follicolari senza lasciare cicatrici visibili ad occhio nudo. Questo metodo rivoluzionario, minimamente invasivo, consiste nel prelevare dalla zona occipitale (area donatrice) i singoli bulbi che vengono re-impiantati a loro volta nella zona interessata (area ricevente) del soggetto. L’autotrapianto F.U.E. viene eseguito tramite un sistema tecnologicamente avanzato che permette di prelevare unità follicolari attraverso un vero e proprio “carotaggio” del cuoio capelluto. Il secondo step, il re-impianto delle unità follicolari, prevede invece l’utilizzo di un manipolo di impianto detto “Implanter” che consente, attraverso la pressione di un pulsante, di muovere il mandrino che spingerà l’unità follicolare all’interno del cuoio capelluto senza alcuna incisione, ma solo con la puntura di un micro ago. Le unità prelevate trovano così alloggio nella zona da rinfoltire, seguendo il preciso disegno disposto in fase pre-operatoria in alveoli creati microchirurgicamente. I bulbi trovano quindi la nuova sede senza alcuna incisione a bisturi. Per questa ragione l’intervento con tecnica f.u.e. viene definito minimamente invasivo e consente di riprendere le normali attività quotidiane già pochi giorni dopo l’intervento.
ALTRE TECNICHE DI TRAPIANTO CAPELLI
Esistono 2 tecniche, la STRIP e la F.U.E.
La differenza maggiore tra le due: con la STRIP si preleva con bisturi una losanga di
cuoio capelluto dalla zona donatrice che viene sezionata per consentire il prelievo delle unità follicolari da impiantare nelle aree diradate. Questo è ovviamente il motivo per cui chi si è sottoposto a questo tipo di trapianto porta una cicatrice abbastanza evidente nella zona della nuca. Al contrario, con la tecnica F.U.E. (monobulbare), il prelievo avviene per singole unità follicolari con strumenti minimamente invasivi. Il vantaggio della tecnica F.U.E. è proprio che la zona
donatrice, nonostante siano stati prelevati dei follicoli, rimane inalterata sia alla vista che al tatto. Infatti il prelievo viene fatto con un microbisturi con punta inferiore ad 1 mm (0,7 – 0,9 mm) e quindi già di per sé la cicatrice risulta invisibile, inoltre il prelievo viene fatto a “scacchiera” e di conseguenza non vengono mai presi due follicoli vicini tra loro, preservando così la densità follicolare della zona donatrice.
QUALI REQUISITI DEVONO ESSERCI PER POTER EFFETTUARE UN AUTOTRAPIANTO
CAPELLI
Tutti possono sottoporsi all’intervento purchè ci siano 3 condizioni fondamentali: un cuoio capelluto sano, ovvero con un corretto equilibrio idro-lipidico, una zona donatrice valida e terzo, la stabilità nella zona di impianto, che si ottiene solo valorizzando e preservando i capelli esistenti.
DOPO QUANTO TEMPO È POSSIBILE VEDERE I RISULTATI
La maggior parte dei capelli impiantati cade entro tre mesi in seguito allo stress che il follicolo subisce tra espianto ed impianto. Questo è un fattore del tutto normale che non deve preoccupare. I follicoli impiantati inizieranno a produrre capelli nuovi con tempi diversi a seconda della fase del ciclo vitale nella quale si trovavano al momento del prelievo. La ricrescita sarà quindi graduale.
Un risultato estetico apprezzabile si avrà dopo 6 mesi, mentre si potranno vedere i pieni risultati a partire da 12 mesi dopo l’autotrapianto. Durante questi mesi che vanno dall’intervento alla piena ricrescita dei capelli impiantati, è molto importante che ci sia un controllo periodico da parte di esperti per monitorare adeguatamente il corretto raggiungimento di risultati ottimali. Proprio
per questo motivo, all’Istituto Helvetico Sanders sono previsti da protocollo dei controlli mensili nella sede della città dove risiede il paziente e due visite di controllo post intervento
(dopo 6 mesi e dopo un anno) direttamente con il chirurgo.
DOLORE POST INTERVENTO E RITORNO ALLA ROUTINE QUOTIDIANA
L’intervento viene eseguito in anestesia locale e quindi non è assolutamente doloroso. Dopo l’intervento, si può avvertire per 1-2 giorni solo una lieve sensazione di “tensione” nell’area donatrice (dietro la nuca). Ai pazienti inoltre può essere consigliato di dormire con la testa sollevata per i 2-3 giorni successivi all’intervento, in modo da ridurre al minimo la possibilità che si manifesti edema nella regione frontale. Le piccolo crosticine derivanti dall’autotrapianto cadono spontaneamente nel giro di 10-12 giorni: in questo senso è importante rispettare le indicazioni
del chirurgo ed eseguire una corretta fase igienica, in modo da velocizzare tale processo. In linea generale è possibile riprendere il lavoro trascorsi pochi giorni dall’intervento. Tale periodo rimane soggetto a variazioni in base alle considerazioni del chirurgo e alla tipologia di lavoro svolto.
In caso di lavori d’ufficio, ad esempio, si può tornare a lavoro nei tempi suddetti (per i lavori manuali che sottopongono il soggetto a numerosi sforzi e movimenti, invece, il consiglio è di aspettare qualche giorno in più). Per quanto riguarda le attività sportive, nella prima settimana è importante non stressare in alcun modo l’area di innesto dei follicoli. Ci si dovrà quindi astenere dal fare esercizio fisico, oltre che evitare di esporsi al sole e ad ambienti polverosi. La ripresa dello sport dopo un trapianto capelli è legata essenzialmente alla caduta delle crosticine (10-12 giorni) formatesi in corrispondenza degli innesti follicolari. In caso di sport estremi, di particolare sforzo fisico (come la palestra) o che prevedano contatti fisici, come il calcio, il basket o il rugby, è bene attendere almeno 20 giorni per evitare traumi contusivi che potrebbero alterare la fisiologica ricrescita dei capelli.
UNA VOLTA RECUPERATI I CAPELLI CON L’AUTOTRAPIANTO, C’È IL RISCHIO CHE POSSANO CADERE NUOVAMENTE?
No, i capelli prelevati dalla nuca per essere reimpiantati sono molto più resistenti all’azione degli ormoni androgeni che ne determinano la caduta. Proprio per questo motivo, i risultati ottenuti dall’autotrapianto sono permanenti. Risultati totalmente naturali, con i propri capelli che ricrescono più forti di prima nelle zone dove erano assenti.