Sempre più quadri e dirigenti del mondo occidentale vengono colpiti da stanchezza, cinismo, mancanza di prestazioni, lentezza nel lavoro: si tratta dei sintomi del burnout, l’esito patologico di un processo stressogeno che colpisce chi ricopre ruoli dirigenziali e, in generale, chi è mosso da un forte spirito competitivo o tende ad essere estremamente perfezionista e coscienzioso. Sempre più manager a rischio “combustione”, sia a causa della caduta delle “barriere lavorative” (smartphone, laptop e wi-fi permettono, per fortuna o purtroppo, di lavorare da quando ci si sveglia a quando si va a dormire), sia a causa della crisi, che ha determinato la crescente incertezza della situazione lavorativa e il taglio del personale con il conseguente aumento dei carichi di lavoro per chi non è stato licenziato.
Se sensibilità e lungimiranza della dirigenza dei gruppi aziendali non intervengono per preservare la salute dei propri dipendenti, ai manager stressati vengono in soccorso alcune spa e centri benessere che offrono programmi sempre più adeguati e mirati. In Italia, pioniera dei trattamenti contro il rischio burnout è Villa Eden Leading Health Spa. La filosofia della beauty farm altoatesina è quella di far precedere i trattamenti contro il burnout da un check-up medico utile per rilevare lo stress metabolico e per capire come poter intervenire affinché si abbia un miglioramento in breve tempo. “Una volta arrivato il cliente, facciamo il check-up medico, corsi di gruppi, trattamenti rilassanti – tra cui massaggio shiatsu, riflessologia, trattamento al cuoio capelluto, massaggio antistress, stimolazione dei punti chakra del corpo – e incontri con i nostri medici per capire cosa poter cambiare nello stile di vita per migliorare le condizioni di salute del paziente”, dichiara Angelika Schmid.
Ci sono trattamenti mirati utili soprattutto per migliorare il sonno e togliere la stanchezza. “In questo senso un contributo notevole è dato dall’ossigeno ozono terapia”, spiega l’esperta di wellness, che ricorda che questo tipo di terapia è utilissimo anche per liberarsi dagli atteggiamenti pessimistici e dai pensieri negativi. Per quanto riguarda i tempi di permanenza consigliati, “ottimo – aggiunge Angelika – sarebbe un soggiorno di almeno 7 giorni, tuttavia anche con un periodo più breve si possono ottenere il rilassamento e l’input necessari per migliorare la vita quotidiana”. “Ritengo importante – conclude – un ultimo suggerimento: allontanatevi significativamente dal luogo di lavoro che costituisce ‘l’epicentro’ da cui si origina lo stress e scegliete strutture che siano lontane da esso almeno 2,5 / 3 ore di macchina”.
Per i dirigenti “job addicted” che non vogliono assentarsi dal lavoro per una settimana, ci sono centri che permettono la disintossicazione anche in tempi più brevi, nell’ordine anche di 3 soli giorni. Non si dimentichi però che negli States lo studio “Association of Spa Therapy with Improvement of Psychological Symptoms of Occupational Burnout: A Pilot Study” – realizzato su 45 donne e 20 uomini di età compresa tra i 30 e i 60 anni che denunciavano sintomi di sindrome da burnout di seria e media entità – ha permesso di stabilire che il tempo di permanenza nelle spa utile per ottenere benefici duraturi è di 3 settimane. Per evitare che l’argomento continui a restare un tabù e, al contempo, per limitare il rischio di burnout per i propri dipendenti, due importanti aziende multinazionali del calibro di Siemens e Total hanno pensato altresì di firmare entro poche settimane un accordo che renderà impossibile l’accesso alle messaggerie e ai server al di fuori dell’orario di lavoro, seguendo l’esempio della casa automobilista Volkswagen, che ha già bloccato l’accesso ai Blackberry tra le ore 18.15 e le 7 del mattino.