La seta del Golden Orb Spider è 5 volte più resistente del Kevlar (il materiale utilizzato per i giubbotti antiproiettile) perchè più flessibile.
La sua resistenza si avvicina a quella dell’acciaio. È stabile fino a 250°C, è insolubile in molti solventi organici ed acquosi, tuttavia si biodegradabile con lentezza. A contrario della seta del Bombyx mori (baco da seta), non contiene proteine di natura densa come la sericina, che provocano una risposta immunologica. Il Professor Peter Vogt, chirurgo plastico specializzato nella ricostruzione della mano, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Plastica dell’Università di Hannover, e Presidente della società tedesca di chirurghi plastici, ricostruttivi ed estetici, sta conducendo test clinici sull’utilizzo della tela del Golden Orb Spider, un ragno del Madagascar, per riparare nervi, tessuti ed intere sezioni di organi. E ci assicura che tra un paio di anni saremo tutti un po’ più Spidermen.
Professor Vogt, quando avete scoperto le proprietà della seta del golden orb spider, e a quali risultati siete giunti ad oggi?
Nel dipartimento di chirurgia plastica, ricostruttiva e della mano dell’Università di Hannover, conduciamo test clinici sull’utilizzo della seta del Golden Orb Spider sin dal 2006. Due anni dopo l’inizio della nostra ricerca, abbiamo pubblicato uno studio nel quale descriviamo l’utilizzo della fibra della seta di questo ragno, per sostituire una sezione danneggiata del nervo sciatico in un topo da laboratorio. A 6 mesi dal trapianto, si è verificata una rigenerazione completa e funzionante di una parte cospicua del nervo, in contrasto con diversi studi pubblicati sull’argomento in precedenza. Abbiamo concluso che la seta di questo ragno è utilizzabile per la migrazione e proliferazione delle cellule di Schwann, e per la crescita assonale di cellule, in un modello di rigenerazione nervosa periferica di distanza importante.
Per quali ragioni i vostri test iniziali sono stati effettuati sulle terminazioni nervose periferiche?
Le lesioni traumatiche ai nervi periferici sono molto più comuni dei danni alla spina dorsale. In Europa, ogni anno, si verificano circa 300.000 casi l’anno di lesioni al sistema nervoso periferico. Le conseguenze sono disabilità e consistenti costi socio-economici. Le riparazioni assonali dirette sono circoscritte a gap contenuti, e spesso accompagnate da fenomeni di cicatrizzazione e nevralgie. Le parti mancanti di tessuto nervoso devono essere ricostruite con strutture che creino un ambiente favorevole alla crescita assonale di cellule. Come dicevamo, attualmente la sostituzione di parti mancanti utilizza trapianti autologhi (provenienti dallo stesso individuo). Ma la disponibilità di tali tessuti, oltre ad essere limitata, è inevitabilmente associata ad una perdita di sensazione della sezione donatrice. Su quali aspetti della ricostruzione nervosa si erano rivolti gli studi effettuati ad oggi?
La ricerca aveva sperimentato opzioni terapeutiche derivanti da materiale naturale o sintetico per guidare la ricrescita nervosa, ma i polimeri non riassorbibili a base di silicone e tetrafluoroetilene utilizzati, spesso provocano fibrosi (reazioni cicatriziali). Inoltre potrebbe verificarsi una perdita’ di funzionalità, causata da una eccessiva mielinizzazione . I materiali naturali (immunologicamente compatibili) sono favoriti in virtù della loro più elevata biocompatibilità e ridotta citossicità. In studi precedenti, si sono verificate difficoltà anche con materiale di origine naturale. In un esperimento in cui è stata utilizzata la seta di baco per ricostituire una fibra nervosa di coniglio, si è osservata una reazione fibroblastica.
Quali sono i materiali e la metodologia utilizzata e a quali conclusioni siete giunti?
Abbiamo costruito innesti di tessuto nervoso utilizzando vene isogeniche (geneticamente compatibili) contenenti fibre di seta di ragno, con o senza la presenza di cellule di Schwann. Questi innesti di tessuto nervoso sono stati utilizzati per ricoprire un gap di 20 mm nel nervo sciatico del topo. La rigenerazione nel nervo è stata verificata dal comportamento post-operatorio della cavia e dallo studio della conduzione del nervo. A livello istologico abbiamo osservato come i tessuti innestati presentavano una neovascolarizzazione, senza segni di risposta infiammatoria o da reazione a corpo estraneo. Una sezione longitudinale del tessuto ha mostrato una buona rigenerazione del nervo sciatico, che presentava una forma ondulata tipica dei nervi in condizioni ottimali. Le tecniche di ingegnerizzazione dei tessuti, mimano la struttura cellulare e l’organizzazione cellulare dei tessuti autologhi. Fino ad oggi non era stato ingegnerizzato nessun materiale efficace tanto quanto un ponte di tessuto nervoso autologo. Tramite la nostra ricerca, siamo stati in grado di dimostrare che le fibre di seta di ragno favoriscono l’adesione e la proliferazione di cellule di Schwann. Nel nostro studio non abbiamo rilevato alcuna reazione immunologica verso i ponti di tessuto trapiantati. Inoltre la seta di ragno è proteoliticamente degradabile, in contrasto con i polimeri bioriassorbibili, i quali degradano solo se muta il PH fisiologico. Anche per questo motivo quindi, consideriamo la seta di ragno ideale per la rigenerazione di tessuti nervosi, non favorita da un ambiente acido. In conclusione, una volta completata la rigenerazione dei tessuti, abbiamo costatato la degradazione completa della seta utilizzata, dopo un periodo di 6 mesi, senza segni apparenti di prodotti citotossici.
Professor Vogt, quali tempi prevede per l’applicazione pratica delle sue scoperte?
In uno studio pubblicato a Luglio 2011 in collaborazione con la nostra Università e sulla scia della pubblicazione di cui sopra, è stata utilizzata una matrice basata su seta di ragno, per la rigenerazione di una sezione consistente di cute . Anche in questo caso si sono raggiunti risultati eccellenti, e la rigenerazione della pelle guidata dalla seta di ragno si è verificata in tempi e modalità al di sopra delle aspettative. Saremo in grado di effettuare trapianti di tessuti nervosi ed epidermici su pazienti entro due anni.
Il Professor Peter Vogt ha ricevuto numerosi premi in Germania e negli USA
per le sue ricerche e scoperte nel campo della chirurgia plastica.
Attualmente dirige ricerche su Ustioni, Microchirurgia, Trapianti, Oncologia Chirurgica,
Sostituzione di tessuti ed Bioingegnerizzazione di tessuti.
Dal 2001 insegna, presso l’Università di Hannover, chirurgia plastica, terapia delle ustioni,
chirurgia ricostruttiva ed estetica, chirurgia della mano,
trattamento di ferite e bio-ingegnerizzazione di tessuti.