Molte donne sono convinte di dover raddoppiare le quantità di cibo mentre aspettano un bambino. In realtà soltanto l’apporto di micronutrienti richiede un sostanzioso aumento
Seguire una dieta equilibrata e priva di eccessi è un consiglio da seguire in qualsiasi momento della vita, ma a maggior ragione a ridosso della gravidanza: prima, durante e subito dopo il parto. In questo periodo ciò che finisce sulla tavola della mamma (ma anche dei papà) ha un’influenza tutt’altro che trascurabile sulla salute del nascituro: giocata attraverso la placenta e per il mezzo dell’allattamento. Gli effetti sono incontrovertibili: nel breve e nel lungo termine. Ma c’è una questione che è ancora parzialmente irrisolta.
IN QUANTI A TAVOLA? – Come ricordano alcuni ricercatori dell’università di Southampton in un editoriale pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, «la questione della nutrizione in gravidanza è tutt’altro che risolta». Fra i nodi che la ricerca non è ancora riuscita a risolvere, il fatto che le evidenze sono spesso di tipo osservazionale, le azioni riguardano nella maggior parte dei casi singoli nutrienti e coinvolgono donne che, fino a pochi giorni prima, hanno seguito abitudini alimentari del tutto differenti. Difficile, di conseguenza, tirare delle somme valide per tutti.
MICRONUTRIENTI ESSENZIALI – Ciò che appare certo è che non serve raddoppiare gli apporti energetici. «La gravidanza richiede soltanto un moderato aumento del fabbisogno: si va da cento chilocalorie in più necessarie nel corso del primo trimestre a 450 necessarie durante l’allattamento – dichiara Irene Cetin, direttore della clinica ostetrica e ginecologica all’ospedale Luigi Sacco di Milano -. Il regime più efficace rimane quello mediterraneo». Più dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine, aumentano i fabbisogni di alcuni micronutrienti: dai folati (efficaci nella prevenzione dei difetti del tubo neurale) al ferro (protegge dalle anemie), dalla vitamina D (contribuisce a una corretta formazione delle ossa) allo iodio (previene l’insorgenza del gozzo nelle aree endemiche). Due i meccanismi di azione delle sostanze sull’embrione: uno sostiene la crescita del feto, per il tramite della placenta, e l’altro interessa il Dna dell’embrione prima dell’impianto nell’utero, con alcuni micronutrienti che risultano fondamentali per evitare mutazioni alla base dei difetti del tubo neurale, come la spina bifida.
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