L’elisir di lunga vita. Dal Sud America una pianta che ritarda le malattie dell’invecchiamento, ma non solo.
Anticamente furono usati come medicina curativa da parte degli Aztechi per alleviare gli stati generali di dolore, stimolare la secrezione di saliva, curare le irritazioni della pelle e disinfettare occhi e ferite.
Parliamo dei semi di chia che, secondo uno studio condotto dai ricercatori del Sud America, una volta ingeriti, sviluppano all’interno dell’intestino un gel capace di fare da barriera fisica fra i carboidrati e gli enzimi digestivi che li scompongono, ritardando così la conversione degli stessi carboidrati in zucchero. E migliorando la stitichezza ed il colon irritabile. Questi semi (il cui nome originario è Salvia Hispanica) sono un’ottima fonte naturale di antiossidanti, mucillagini, proteine, minerali (contengono 2 volte il potassio delle banane, 15 volte il magnesio dei broccoli, 5 volte il calcio del latte, 3 volte il ferro degli spinaci), vitamine ed Omega3, oltre ad avere un altissimo contenuto in fibre. Ed un quantitativo importante di oligoelementi: manganese, zinco, fosforo. Sono, inoltre, poveri di sodio, quindi adatti ai soggetti ipertesi. I semi di chia sono noti anche per la proprietà di ritardare le malattie dell’invecchiamento, quelle cardiovascolari e delle cataratte; svolgono un’azione protettiva sul sistema immunitario ed hanno effetti equilibratori sui trigliceridi, a beneficio del colesterolo.
Sono usati anche in gravidanza, durante l’allattamento e la crescita dei bambini per i benefici effetti sullo sviluppo dei tessuti. Proprietà che li rende particolarmente adatti anche agli atleti.