Da sempre la Fondazione Veronesi è impegnata attivamente per contribuire alla riduzione della mortalità per tumore al seno sostenendo progetti di screening, di diagnosi precoce e di cura e campagne informative. Le terapie per combattere questo tumore sono sempre più all’avanguardia, ma è indispensabile effettuare la diagnosi tempestivamente. Se il cancro viene identificato allo stadio iniziale la sopravvivenza a cinque anni nelle donne curate è superiore al 90%. La ricerca scientifica ha compiuto grandi passi, ma si può fare ancora di più. Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno.
Frutta e verdura riducono il rischio di ammalarsi, purché assunti a partire dall’adolescenza. Possibili benefici anche per le ovaie, l’endometrio e il colon-retto. È un tassello in più, l’elemento che mancava per consolidare le conoscenze già note in materia di della prevenzione. Che la dieta vegetariana fosse un alleato spesso efficace nei confronti del tumore al seno era verità già risaputa. Più nuova, invece, è l’evidenza secondo cui prima si comincia a garantire al proprio corpo un adeguato apporto di fibra alimentare, minore è il rischio di ammalarsi. Un terzo dei tumori può essere evitato partendo dalle scelte che si compiono a tavola e in questo senso un regime alimentare in cui a fare la parte del leone sono gli alimenti di origine vegetale è la prima arma a disposizione del singolo.
LA DIETA INCIDE SE CI SI PROTEGGE FIN DALL’INFANZIA – L’ultima evidenza giunge da uno studio pubblicato su Pediatrics e condotto da alcuni ricercatori del dipartimento di sanità pubblica dell’Università di Harvard (Boston). Obiettivo della ricerca era valutare quanto l’introduzione di fibra nella dieta già dalla prima infanzia e dall’adolescenza fosse d’aiuto nella prevenzione della neoplasia più diffusa tra le donne, diagnosticata in poco meno di 48mila nuovi casi nell’anno appena trascorso. Gli autori dello studio hanno analizzato i dati riguardanti 90.534 persone inserite nel Nurses Health Study II, un progetto di ricerca mirato a valutare l’effetto di diversi fattori (non soltanto dietetici) che influenzano la salute femminile. Arruolate nel 1991, tutte avevano un’età allora compresa tra 27 e 44 anni. Alla compilazione di un primo questionario sulle abitudini alimentari, è seguito con cadenza quadriennale il suo aggiornamento. Nel 1998 è stato inoltre chiesto loro di fare lo stesso, ma con riferimento alla dieta seguita durante gli anni trascorsi tra i banchi delle scuole superiori. È stato preso in esame l’apporto di fibra vegetale, tenendo da parte una serie di fattori influenti, come l’etnia, i precedenti casi familiari di tumore al seno, l’indice di massa corporea, l’uso di alcol e l’età di comparsa del primo ciclo mestruale.
TRENTA GRAMMI DI FIBRA AL GIORNO – Analizzando i dati ottenuti, i ricercatori sono riusciti a stimare una riduzione del rischio di ammalarsi di cancro al seno compresa tra il 12 e il 19 per cento, per le donne che consumavano alimenti ricchi di fibra fin dalla più tenera età. Evidenze crescenti all’aumentare di dieci grammi al giorno (l’equivalente apportato da una mela, due fette di pane integrale, mezza tazza di fagioli, un piatto di zucca o di cavolfiore) di fibra ingerita rispetto alla quantità quotidiana raccomandata (trenta grammi). Tra tutte le donne c’è stata una evidente associazione inversa tra il consumo di alimenti di origine vegetale e l’incidenza del tumore al seno. Un riscontro che ha portato John Stare, docente di nutrizione ed epidemiologia all’Università di Harvard, ad affermare che «ciò che diamo da mangiare ai nostri figli già durante l’infanzia può influire in chiave preventiva sul tumore al seno».
L’IMPORTANZA DELLE MENSE SCOLASTICHE – I risultati suggeriscono che un’adeguata assunzione di fibra (indipendentemente dall’alimento in questione) durante l’adolescenza e la prima età adulta riduce le probabilità di ammalarsi di tumore al seno in qualsiasi fase della vita, a partire da quella che precede la menopausa. «Quest’ultimo è un dato da non sottovalutare, perché negli ultimi anni è cresciuta in maniera rilevante la quota di donne che si ammala prima dei 35 anni – commenta Saverio Cinieri, direttore della divisione di oncologia medica e della Breast unit dell’ospedale Perrino di Brindisi -. Si tratta di pazienti che, in ragione di una maggiore prospettiva di vita, risultano esposte a un più alto rischio di recidiva. Lo studio conferma l’importanza della dieta e dello stile di vita nella prevenzione dei tumori. La vera novità sta nell’aver scoperto che la prevenzione deve iniziare a partire dall’età adolescenziale». Via libera, dunque, al consumo di almeno trenta grammi di fibra al giorno a partire dalle scuole, considerando che il lavoro che s’effettua nelle mense – a questo punto – diviene cruciale.
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