La rimozione tatuaggi è sempre più diffusa, capita a molti di pentirsi di essersi fatti tatuare. Quella che un tempo era un’immagine o una frase gradita, oggi – magari perché non si ama più quella persona, una filosofia o un certo stile di vita – può divenire fonte di imbarazzo o fastidio.
A cura del Dott. Nikola Drmac, Medico specialista in Dermatologia
L’unica via perseguibile in questi casi è la rimozione tatuaggi. Tuttavia, a volte, le cose non sono così semplici , soprattutto nella scelta del metodo o tipologia di laser.
Dunque, come eliminare un tatuaggio?
I metodi sostanzialmente sono due:
Due sono le tecnologie presenti sul mercato: laser Q-switched e il laser Pico.
La differenza è sostanzialmente nella velocità dell’impulso, azione questa di fondamentale importanza. Nei Q-switched la durata dell’impulso è nell’ordine di nanosecondi, mentre nei pico laser è di picosecondi.
La velocità dell’impulso conta per quel che riguarda il danno al tessuto circostante, la temperatura che si sviluppa nel tessuto, la dolorosità durante la seduta e la capacità di frammentazione del pigmento e di conseguenza la velocità di assorbimento.
La tecnologia Q-switched permette di erogare grandissime quantità di energia in un tempo brevissimo, distruggendo il pigmento per effetto meccanico fotoacustico con un minimo riscaldamento dei tessuti circostanti, che garantisce una rimozione senza esiti cicatriziali.
Dai primi laser Q-switched studiati da Goldman nel 1967 ad oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante.
Questi sono i laser in utilizzo ormai da molti anni, la cui durata dell’impulso va dai 5 nano secondi ad oltre i 100 nanosecondi .
Nei ultimi anni sono uscite diverse soluzioni per ridurre l’impatto dei nanosecondi sulla cute circostante, al fine di ridurre eventuali esiti o migliorare la velocità e la capacità di rimozione del tatuaggio, come ad esempio abbinare l’uso del CO2 frazionato a quello del q-switched. Certamente questo a sua volta presuppone che il professionista al quale ci si rivolge abbia due laser e non più solo q-switched.
I q-switched possono togliere diversi colori in base alla loro sorgente della luce laser. Esistono Alessandrite 755 nm, NdYag 1064, Ruby che, rispettivamente, colpiscono diversi colori.
I laser Q-switched vengono utilizzati per molte altre applicazioni oltre ai tattoo, come asportazione di macchie cutanee, melasma e depositi di emosiderina.
Pico laser
I pico laser sono laser di ultima generazione per la rimozione tatuaggi, caratterizzati da una durata dell’impulso di picosecondi, generando un puro effetto fotoacustico. Dalla frammentazione del pigmento in granuli tipica della tecnologia Q-switched si è così passati ad una polverizzazione del pigmento in micro particelle, più facilmente e velocemente aggredibili da parte del sistema macrofagico e linfatico e con un sempre maggior profilo di sicurezza per il paziente.
Più l’impulso è breve, minore è la diffusione di calore ai tessuti limitrofi, ottenendo così risultati ottimali e senza traccia, in meno sedute e con meno dolore.
I primi ad uscire sul mercato sono quelli di Syneron-Candela, leader assoluto per quel che riguarda la laseristica in applicazioni dermatologiche. Il suo modello PICOWAY è una rivoluzione sia come tecnologia sia come impatto sul mondo dei tatuaggi.
Grazie all’altissima velocità dell’impulso il numero di sedute si riduce permettendo di togliere quei residui che i q-switched hanno lasciato. L’alto numero di lunghezze d’onda permetta di togliere consente inoltre di eliminare anche il colore giallo, che da sempre rappresenta un problema al momento della rimozione tatuaggi. Una tecnologia d’avanguardia che, considerando i costi elevati dell’attrezzatura, non è poi così economica, ma di certo garanzia di eccellenti risultati ed esperienza qualificata.
Oggi numerose case produttrici stanno proponendo pico con la tecnologia, purtroppo non passibili di alcun controllo qualitativo. Nessun organo ministeriale, infatti, è deputato ad oggi ad appurare l‘ effettiva efficacia dei laser, rendendo sempre più facile incorrere in errore. Risulta dunque fondamentale ed indispensabile informarsi accuratamente prima di procedere a qualsiasi intervento.
La velocità con la quale va via un tattoo dipende da numerosi fattori:
Che il nero sia facile e che i colori siano più difficili da togliere. Non è del tutto vero. Per ogni colore ci vuole la sua lunghezza d’onda. Ogni laser toglie uno o più colori e il professionista lo sa. Per questo motivo potrà riferire in anticipo quello ciò che potrà o non potrà cancellare. La velocità con la quale i tattoo scompaiono cambia a seconda delle sedute.
Spesso sui blog si discute a proposito di medici che cambiano parametri per giocare con il numero di sedute. Nulla di più sbagliato. Nelle prime tre sedute il risultato è palese e più visibile, la differenza tra la prima e seconda e la terza seduta è evidente. Con il passare del tempo questo processo è come se rallentasse nella velocità di assorbimento. Questa è una regola ed è facilmente spiegabile. Con le prime sedute la componente superficiale, maggiormente colpita dal laser, si riassorbe mentre la componente profonda persiste di più.
Riguardo la vecchiaia del tattoo, più quest’ultimo è datato e più facilmente andrà via (già attaccato dal sistema immunitario). I tatuaggi appena fatti non andrebbero asportati immediatamente. Qualche mese di attesa è indicato. La distanza tra le sedute cambia in base alle zone. Spesso si incorre nella ripetizione delle sedute a meno di due mesi, sbagliatissimo. I macrofagi impiegano due-tre mesi a “pulire” la zona, per cui è inutile ripetere la seduta prima di quella data.
Le zone prossimali (testa, collo) potrebbero ripetere la seduta ogni 50-60 giorni. Zone come braccia tronco cosce non dovrebbero ripetere prima di 60-70 gg mentre le estremità (dita e piedi) 80-90 gg. Il numero delle sedute è variabile: da 4 a 12 in base a tutte le variabili sopraindicate. Con la tecnica pico un 20-30 % in meno.
Per il dolore, spesso si interviene con anestetico locale in crema, inutile! O si procede effettuando un’anestesia con le iniezioni di lidocaina o è consigliabile sopportare . Questo dipende anche dalla dimensione del tattoo e la sua estensione.
Per 10-15 gg dopo la seduta il tatuaggio presenta una crosta che deve essere medicata con una pomata antibiotica per facilitarne la caduta.
Durante la seduta non deve esserci del sangue. La presenza di piccoli punti di sangue, spoting, sono end point con la tecnologia q-switched, che il pico prevede. Eccessiva presenza di sangue indica un danno tissutale.
Naldi e colleghi hanno valutato le caratteristiche di oltre 350 pazienti sottoposti a rimozione di tatuaggi tra il 1995 e il 2010. Il primo eclatante dato ricavato ha mostrato che la rimozione tatuaggi è risultata più difficile nei fumatori. Questo evento, secondo gli scienziati, può essere dovuto ad una possibile complicazione nelle risposte infiammatorie ed immunitarie causate dal fumo. I dati ufficiali parlano del 70% in meno di probabilità di riuscita rispetto ai non-fumatori, con dieci sedute di trattamento.