In occasione delle celebrazioni di San Valentino e di San Faustino (festa dei single), uno studio commissionato a GfK Health*, svela alcuni dati inattesi circa la sessualità e consapevolezza dei giovani 18-25enni.
Dalla ricerca, infatti, risulta che ben il 73% dei giovani italiani ritiene che i rapporti sessuali protetti siano più divertenti e appaganti poiché l’utilizzo di un’opzione contraccettiva li fa sentire più rilassati, lasciando spazio a passione e spensieratezza.
Tuttavia gli intervistati hanno dimostrato di essere piuttosto confusi e incoerenti in ambito contraccettivo. Infatti, sebbene il 56,5% ritenga determinate l’utilizzo di protezioni e contraccettivi per evitare malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze inattese, il 57,1% ha ammesso di aver avuto rapporti non protetti. Un elemento particolarmente preoccupante soprattutto perché il dato sale al 62% se si considera come campione solo le donne.
Essere coscienti dell’importanza dei contraccettivi è determinante… quanto la responsabilità nell’utilizzarli
Per i millennial dunque un rapporto protetto è più appagante, ma testa e cuore non vanno d’accordo. I giovani italiani – single o in coppia – hanno, infatti, rivelato che, travolti dalla passione, si sono abbandonati a rapporti non protetti e/o senza ricorrere ad alcun contraccettivo.
L’indagine Bayer – GfK Health* rivela, infatti, che:
Il 41,2% ha avuto rapporti non protetti perché non aveva alcun contraccettivo disponibile in quel momento.
Il 29,9% ha deciso di rischiare.
Il 18,6% pensava che l’eventualità di una gravidanza fosse improbabile.
Il 14,4% ha dichiarato di aver fatto sesso non protetto per “non rovinare il divertimento”.
Il 13,4% si è “affidato alla fortuna”.
Solo il 4,1% era in cerca di una gravidanza.
I giovani chiedono maggiore accesso ai contraccettivi ma… non conoscono le opzioni disponibili
Oltre alle motivazioni – a volte sconvolgenti – che portano ad avere rapporti non protetti l’indagine Bayer mette in luce una diffusa ignoranza circa le molteplici opzioni contraccettive. Il 93% dei giovani italiani chiede maggiore accesso a tutte le opzioni contraccettive ma non le conoscono. Infatti, al di là di preservativo e pillola, pillola del giorno dopo e anello vaginale – ritenuti sicuri dagli intervistati rispettivamente per il 93%, 88%, 55,5% e 39,5% – l’ignoranza dilaga: oltre il 60% non conosce il sistema intrauterino (IUS), in particolare i nuovi sistemi a basso dosaggio ormonale.
L’appello Bayer in vista di San Valentino e San Faustino: prima informarsi, poi scegliere e infine “celebrare”
I dati dimostrano che nei giovani c’è la volontà di proteggersi ma è altrettanta la pigrizia e difficoltà nel reperire informazioni affidabili: potremmo parlare di una generazione di “sdraiati disinformati”.
“Nell’informarsi sulla contraccezione, i giovani, nella pluralità d’informazioni disponibili sulla rete, si perdono. Nonostante qualcuno possa credere che le millennial siano più informate mi è capitato di sentirmi rivolgere domande sulla contraccezione che denotano una grande disinformazione. Bisogna stare particolarmente attenti al tam-tam sulla rete e alle fake news quando si tratta di contraccezione. L’informazione porta alla consapevolezza e utilizzare un contraccettivo per evitare una gravidanza indesiderata o per programmare intelligentemente il momento in cui averla è espressione di libertà”. Ha dichiarato la Dottoressa Manuela Farris, specialista in ginecologia e ostetricia nonché Consigliere della Società Italiana di Ginecologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SIGIA), in occasione dell’incontro con la stampa su Donne e Contraccezione: la consapevolezza è libertà, che poi ha aggiunto: “Negli anni ’70, sull’onda di un cambiamento epocale, le donne avevano una maggiore cultura e conoscenza del proprio corpo. Paradossalmente le ragazze oggi non sanno come sono fatte, sembra quasi che le più giovani abbiano una sorta di repulsione a conoscere se stesse e a sapere cosa sia e come funzioni l’ovulazione o il ciclo mestruale. Ci troviamo in una società dove si tende sempre più a mostrarsi e meno ad ascoltarsi e ad informarsi”.
“La scelta del miglior metodo contraccettivo è sicuramente soggettiva e può variare in base a diversi elementi. Per questo promuovere e favorire una comunicazione, a partire dai giovani, è fondamentale per vivere la propria sessualità e affettività in sicurezza, responsabilità e libertà”. Dichiara Debora Segalina, responsabile Marketing di prodotto nell’area Women’s Healthcare di Bayer, che aggiunge: “È fondamentale che tutti gli attori coinvolti – medici, associazioni, aziende e istituzioni – promuovano e incentivino una corretta informazione, soprattutto su un tema così importante e rilevante per la salute e il benessere dell’intera società”.
Fonte* studio GfK Health online rivolto a 3.013 giovani uomini e donne, di età compresa tra i 13 e i 25 anni in 15 paesi di Europa, Africa, Asia-Pacifico, America Latina e Nord America. Al fine di gestire correttamente la delicatezza del tema, il sondaggio non ha incluso i partecipanti più giovani nei campioni di alcuni paesi. Età per paese: 13-25: Cina, Sud Africa, Sud Corea, Thailandia, Turchia; 16-25: Argentina, Messico, Spagna; 17-25: Russia; 18-25: Brasile, Egitto, Francia, Italia, Kenya, USA. A causa del numero limitato di partecipanti nella fascia d’età più giovane (13-16 anni), i risultati per questa fascia d’età non vengono analizzati separatamente in questo rapporto. Di conseguenza, l’analisi e il rapporto si concentrano sulle fasce d’età tra i 13 e i 20 anni e tra i 21 e i 25 anni. In alcuni paesi alcune domande o risposte sono state escluse dal sondaggio. ©Bayer