di Raffaella Quieti
Fondata dal cardiochirurgo Magdi Yacoub, Chain of Hope ha, dal 1995 ad oggi, salvato la vita di oltre 1500 bambini servendosi di uno staff medico che opera piccoli pazienti provenienti da paesi in via di sviluppo, ed affetti da gravi condizioni cardiache.
Abraham ha 17 anni. Da bambino ha sofferto di forti febbri reumatiche. Nei sobborghi di Nairobi, in Kenya, la mamma si occupa da sola dei suoi 4 figli. Gli antibiotici che Abrahm avrebbe dovuto prendere per contrastare gli effetti della malattia infiammatoria, sono costosi e difficilmente reperibili. Le febbri reumatiche non trattate, lasciano un danno irreversibile alla valvola cardiaca del ragazzo, che per sopravvivere, ha bisogno di un intervento di sostituzioni valvolari multiple. Segnalato come caso urgente presso la sede di Chain of Hope, nel Regno Unito, Abraham sarebbe dovuto andare a Londra per ricevere la delicatissima operazione, tramite il programma UK dell’associazione. Ma per battere i tempi, viene inserito nella lista dei casi urgenti trattati dal team di volontari di Chain of Hope in Etiopia. La mamma, vedova da qulche anno, non ha nessuno a chi affidare la cura dei suoi altri figli e non può accompagnarlo. Un volontario della chiesa cattolica di Nairobi si fa avanti e viaggia con lui fino ad Addis Abeba. Il 3 Marzo 2011, la cardiochirurga danese Carin Van Doorn esegue l’intervento con successo. Dopo 3 giorni Abraham lascia il dipartimento di cure intensive. Attualmente è tornato a vivere con la sua famiglia in kenya, felice e con un cuore sano.
15 milioni di bambini all’anno soffrono di cardiopatie gravi prevenibili. Le vittime rimangono seriamente malate, ed in alcuni casi muoiono.
L’obiettivo di Chain of Hope è quello di fornire loro le cure alle quali non hanno accesso nel loro paese, sviluppando istutizioni ospedaliere locali. La ONG provvede a questo scopo in due maniere distinte : trasferendo i bambini che necessitano di tali interventi, in centri nel Regno Unito ed il resto d’Europa, e mobilizzando team medici di volontari che creano missioni mediche in paesi in via di sviluppo. Queste missioni forniscono i trattamenti necessari a curare i casi piu’ urgenti nei paesi che le ospitano, o nei paesi limitrofi (come nel caso di Abraham). Allo stesso tempo istituiscono programmi di insegnamento e training del personale medico ed infermieristico locale, e favoriscono lo sviluppo di infrastrutture ospedaliere del posto, come avviene al momento in Giamaica, Mozambico, Etiopia, Uganda ed Egitto. In Italia, Chain of Hope lavora in affiliazione con l’Associazione Bambini Cardiopatici. Esiste inoltre un progetto Chain of Hope presso l’Ospedale Pediatrico G.Pasquinucci di Massa, sponsorizzato dalla Regione Toscana. Detentore del primato del chirurgo che ha eseguito il maggior numero di trapianti di organi al mondo, nel 1980 Sir Magdi Yacoub re-instaura la pratica dei trapianti di cuore nel Regno Unito (in precedenza sospesa). Nell’ Aprile 2007, a capo di un team di ricerca medica del Regno Unito, riproduce la prima valvola cardiaca umana a partire da cellule staminali. è stato il pioniere della tecnica dello switch arterioso, l’inversione di valvole cardiache, su bambini nati con il difetto congenito. è uno dei pochi cardiochirurghi in grado di utilizzare la complicata procedura di Ross (o autografi polmonari). Nel 1992 è stato reso Baronetto dalla regina. Nel corso degli anni, ha ricevuto innumerevoli e prestigiosi premi e riconoscimenti da parte del Governo Inglese ed associazioni mediche internazionali, incluse l’OMS (per i servizi umanitari), la Società per il Trapianto di Cuore e Polmone e la Societa’ Europea di Cardiologia. è cittadino onorario della citta’ di Bergamo. Sir Magdi Yacoub attualmente opera nell’ambito della sua ONG Chain of hope, della Magdi Yacoub Heart Foundation (in Egitto), ed Università ed Istituzione ospedaliere internazionali. Seguita, inoltre, a fornire consulenze su casi di estrema complicatezza, e nello sviluppo di tecniche di trapianto di cuore e polmone.
www.chainofhope.org