La Fibrillazione Atriale, una tra le più comuni aritmie cardiache, è un forte predittore di declino cognitivo e funzionale in una popolazione ad alto rischio cardiovascolare. I risultati di questo studio vengono riportati in un articolo pubblicato sul Canadian Medical Association Journal (CMAJ) da Irene Marzona, ricercatrice del Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale (Dipartimento Cardiovascolare) dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, in collaborazione con Salim Yusuf della McMaster University di Hamilton (Canada). L’obiettivo dei ricercatori era di verificare se esistesse o meno una correlazione tra la fibrillazione atriale e il declino cognitivo e funzionale. “Il nostro studio – spiega Irene Marzona, del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, – dimostra che la fibrillazione atriale aumenta del 21% il rischio di demenza indipendentemente dalla presenza di una patologia ischemica cerebrovascolare. Abbiamo anche osservato una significativa associazione tra l’insorgenza di fibrillazione atriale e il declino funzionale: in particolare la comparsa di questa aritmia aumenta del 35% il rischio che i pazienti debbano avvalersi di un aiuto in casa che permetta loro di eseguire le attività quotidiane e del 53% che vengano addirittura ricoverati in una struttura di lungo degenza. Tutto questo indipendentemente dall’insorgenza di episodi di ictus nei pazienti osservati”.