In principio era la glicemia. Mantenere normali i valori del glucosio nel sangue è il cardine della cura del diabete, “una volta, il primo e unico, pensiero del medico era riportare e mantenere il valore della glicemia il più possibile vicino alla normalità”, spiega Carlo Giorda, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD). La ricerca farmacologica ha messo a disposizione ben otto classi di farmaci con meccanismi d’azione molto diversi tra loro: dalla metformina, messa a punto oltre 50 anni fa, ma ancora farmaco di riferimento per la cura del diabete di tipo 2, ai più recenti inibitori del DPP-4, dei quali prossimamente arriverà l’ultimo nato, linagliptin, ben tollerato anche nei pazienti anziani e con disturbi renali, alle ultime insuline caratterizzate da un’importante riduzione del rischio di ipoglicemia, come degludec attesa per la fine del prossimo anno. “Oggi è in arrivo la nona, e molto attesa, classe di farmaci antidiabetici orali: gli inibitori del SGLT- 2, una sostanza che nel rene favorisce il recupero del glucosio eliminato dal sangue perché in eccesso, ma preziosissimo per il funzionamento degli organi e in particolare del cervello. Questi farmaci agiscono in maniera del tutto innovativa e complementare agli altri – spiega Giorda – favorendo l’eliminazione del glucosio in eccesso con le urine, agendo come veri e propri ‘diuretici’ dello zucchero, non provocando aumento di peso e migliorando il controllo pressorio.