Grassi Saturi, Carboidrati Salute Cardiovascolare e Mortalità: facciamo chiarezza
Le linee guida prevedono il corretto consumo giornaliero o settimanale di tutti gli alimenti: oltre a prodotti come riso e pasta, carne e olio d’oliva, anche di salumi, formaggi, dolci e altri condimenti contenenti grassi saturi il cui consumo dovrebbe essere occasionale e in porzioni il più possibile contenute.
Negli anni abbiamo assistito a svariati momenti di demonizzazione di particolari nutrienti, in particolare di alcuni come grassi e carboidrati, molto spesso in concomitanza della pubblicazione dei risultati di singoli studi. Quali sono però i dati scientifici che ad oggi ci permettono di inquadrare più solidamente il ruolo di questi nutrienti?
Grassi e rischio cardiovascolare
Una metanalisi pubblicata su BMJ che ha preso in considerazione tre studi di coorte ha mostrato l’assenza di un’associazione tra grassi saturi e mortalità per tutte le cause, mortalità per eventi coronarici, incidenza di eventi coronarici, ischemie e diabete di tipo 2. I grassi trans, invece, risultano associati a mortalità per tutte le cause, per eventi coronarici e all’incidenza di eventi coronarici, ma non a ischemia o diabete. Secondo uno studio pubblicato su Am J Clin Nutr, la biosintesi di colesterolo sarebbe più che altro influenzata da fattori quali l’intake calorico e la frequenza dei pasti, mentre varierebbe poco con il colesterolo introdotto. A conferma di ciò, larestrizione calorica e il calo ponderale sarebbero in grado di ridurre sia i livelli plasmatici di colesterolo che la sua biosintesi.
Una meta-analisi ha valutato l’andamento del rischio cardiovascolare in relazione al consumo di uova (uno degli alimenti per antonomasia associati al colesterolo), senza individuare relazioni significative. Similmente, una metanalisi che ha valutato l’andamento del rischio cardiovascolare in associazione al consumo di formaggi: i maggiori consumatori mostravano un rischio significativamente inferiore rispetto a chi consumava meno di 40-50 g di formaggio al giorno. Plos One nel 2016 ha condotto una revisione sistematica sul tema del consumo di burro e del rischio cardiovascolare, rilevando un’associazione soltanto lieve o assente con le patologie cardiovascolari, il diabete e la mortalità.
I risultati dello studio PURE, pubblicati su The Lancet, hanno evidenziato un’associazione inversa tra intake di carboidrati e mortalità totale, e una relazione inversa tra grassi e mortalità per tutte le cause oltre che infarto.
Zuccheri e rischio cardiovascolare
Uno studio pubblicato su European Heart Journalha evidenziato come chi consuma zuccheri per il 10-25% dell’apporto calorico quotidiano abbia un rischio di mortalità cardiovascolare maggiore del 30%.Lo stesso rischio triplicherebbe per consumi di zucchero superiori al 25% delle calorie giornaliere.
Il saccarosio è stato per anni demonizzato in quanto fonte di ‘calorie vuote’; in realtà il fruttosio, da molti ritenuto un’alternativa più salutare, non sarebbe meglio del saccarosio in quanto segue un processo metabolico differente, in grado di stimolare la lipogenesi oltre che influire negativamente sulla risposta insulinica. In particolare, gli effetti del fruttosio sull’organismo sembrerebbero analoghi a quelli dell’etanolo, senza però l’effetto sul sistema nervoso.
Anche il colesterolo è stato eliminato dalla lista dei nutrienti ‘preoccupanti’, alla luce dell’assenza di una relazione significativa tra intake di colesterolo con la dieta, livelli di colesterolo plasmatico e eventi cardiovascolari.
Da ultimo, l’invito a considerare i pattern dietetici piuttosto che i singoli nutrienti o alimenti, dato che gli effetti combinati delle sostanze sono altresì importanti. Secondo gli studi controllati randomizzati ad oggi condotti, i due modelli dietetici di riferimento per la prevenzione cardiovascolare sarebbero la dieta DASH e la Dieta mediterranea.