A cura del Dott. Domenico Feleppa
Sicura, minimamente invasiva e soprattutto efficace per una molteplicità di problematiche cutanee: queste caratteristiche fanno della Carbossiterapia oggi uno dei trattamenti più praticati sui pazienti che accedono agli studi di medicina estetica.
LA “FASE 2” DELLA CARBOSSITERAPIA
COS’è LA CARBOSSITERAPIA?
Per Carbossiterapia si intende l’utilizzo della anidrite carbonica allo stato gassoso a scopo terapeutico. Questa tecnica ha origine all’inizio del secolo scorso in Francia, ma il termine è stato introdott per la prima volta da Luigi Parassoni nel 1995 in occasione del XVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica.
COME FUNZIONA E QUALI EFFETTI COMPORTA?
Il trattamento viene eseguito attraverso dei dispositivi medicali certificati con una idonea tecnologia, collegati ad una bombola contenente CO2 medicale. Il macchinario è collegato ad un tubo deflussore con un piccolo ago che viene inserito nella zona da trattare: quando tutto è ben posizionato si attiva il dispositico e il gas viene iniettato nel tessuto sottocutaneo.
Gli effetti che l’anidrite carbonica genera all’interno del nostro corpo sono molteplici e sono stati nel corso degli anni oggetto di numerosi studi. Possiamo riassumere i benefici della Carbossiterapia in: un trattamento riabilitativo per riequilibrare la microcircolazione (vasodilatazione e neoangiogenesi) ed ossigenare meglio i tessuti; un aumento della lipolisi; uno stimolo alla proliferazione e alla attivazione dei fibroblasti (le cellule responsabili della produzione di collagene); un incremento dei processi ossidativi degli acidi grassi presenti nell’organismo.
QUALI SONO LE PRINCIPALI INDICAZIONI CLINICHE?
• Adiposità localizzata
• Lipomatosi diffusa
• Cosiddetta “cellulite”
• Psoriasi
• Striae Distensae (smagliature)
• Lassità cutanea
• Invecchiamento cutaneo
• Insufficienza venosa
• “Restless Leg” sindrome
• Acrocianosi
• Arteriopatie periferiche
• Impotenza sessuale su base vascolare
• Alopecia
• Trattamento delle ulcere cutanee
• Ringiovanimento dei tessuti genitali esterni femminili
è UN TRATTAMENTO SICURO?
Si. Oggi possiamo affermare con certezza che a seguito di trattamento di Carbossiterapia: non si hanno effetti collaterali nemmeno alle dosi più elevate (2-3 litri); non si hanno variazioni della pressione arteriosa; non si ha sovraccarico degli emuntori come il fegato o il rene; non si verificano embolie azotate, come può succedere ad esempio con l’ossigeno-ozono terapia. Gli eventi avversi sono legati principalmente al tipo di dispositivo e alla manualità dell’operatore. In ogni caso sterilità del gas, filtri e utilizzo di materiali sterili monouso sono caratteristiche che vanno sempre verificati per evitare il manifestarsi di infezioni. Talvolta possono verificarsi ecchimosi sulla parte trattata, che scompaiono in poco tempo.
CI SONO DIFFERENZE TRA LE DIVERSE TECNOLOGIE PRESENTI SUL MERCATO?
Come per altri dispositivi medici, l’evoluzione tecnologica offre oggi soluzioni avanzate che consentono al medico di lavorare nel migliore dei modi ed al paziente di ricevere trattamenti sicuri e sempre più indolori.
Se dovessi rivolgermi a dei colleghi medici, sicuramente consiglierei di valutare attentamente in fase di acquisto un dispositivo con le seguenti caratteristiche: certificazione in primis; maneggevolezza e trasportabilità; adeguata tecnologia, in particolare con un software user-friendly che guidi l’operatore durante il trattamento.
Per quanto riguarda il punto di vista del paziente, ovviamente le caratteristiche appena elencate sono una garanzia di un dispositivo che possa offrire risultati eccellenti. La possibilità di
avere un trattamento indolore è sicuramente un ulteriore punto a favore.
Nella mia lunga esperienza professionale di oltre 3000 trattamenti eseguiti, ad oggi ho trovato tutte queste peculiarità nel dispositivo Vecron prodotto da GMV, azienda Italiana famosa in tutto il mondo per il Plexr. Ciò che rende la Carbossiterapia del Vecron – che include, tra l’altro, anche altre 2 tecnologie per Medicina Estetica non invasiva – rivoluzionaria è la possibilità di controllare non soltanto il flusso in uscita, ma anche la pressione: proprio questo la rende assolutamente indolore.
QUALE FUTURO PER LA CARBOSSITERAPIA?
La mia convinzione è che, come avvenuto per la mesoterapia che è stata oggetto di attenzioni ed interesse da 50 anni a questa parte, nei prossimi anni si parlerà moltissimo di Carbossiterapia. è giusto quindi fornire, al medico e ai suoi pazienti, gli strumenti tecnologici più idonei ed evoluti per eseguire questi trattamenti.