Perché comprate giocattoli colorati di rosa alle bambine e celesti o azzurri ai bambini? Una nuova indagine firmata dall’università di Hong Kong e pubblicata sulla rivista specializzata Sex Roles pubblicata da Springer racconta che acquistare e regalare prodotti contraddistinti da queste tinte ai propri figli, e farlo sistematicamente, può rafforzare sul medio-lungo periodo gli stereotipi sui ruoli di genere e condurre a conseguenze sgradevoli in futuro sulla propria considerazione e sui pregiudizi della società.
Una volta che un bambino ha acquisito una specifica identità di genere i suoi atteggiamenti possono infatti essere guidati verso compiti, ruoli e attività che la società ritiene (spesso senza motivi chiari se non, appunto, i pregiudizi che conducono alla diversità di opportunità) debbano svolgere oppure onorare. Lo studio racconta che si comincia proprio dai giocattoli della prima infanzia, quando le bambine vengono affogate negli oggetti di colore rosa e i ragazzini in quelli celesti, blu o azzurri. E quando vengono istruiti su cosa sia adatto per loro e cosa non lo sia con formule, diciture, etichette, espressioni.
«Le nostre scoperte confermano la notizie che il contrasto rosa-blu costituisce una differenza di genere piuttosto significativa» ha spiegato Sui Ping Yeung, ricercatore dell’ateneo di Hong Kong che ha realizzato lo studio con Wang Ivy Wong. «Non solo: il nostro lavoro rivela che le differenze di genere possono essere partorite semplicemente applicando etichette riferite al genere». Oltre ai colori, insomma, anche dicitura come “per i ragazzi” o “per le ragazze” fanno il loro pessimo lavoro.
Per questo sia i produttori che i genitori dovrebbero evitare questo genere di dominanti cromatiche, cominciando appunto dalle tinte oltre che dalla tipologia dei giocattoli a diversificare e arricchire ciò con cui i piccoli si intrattengono ogni giorno. La ricerca suggerisce infatti che i produttori dovrebbero offrire prodotti in una grande quantità di tinte e colori e dunque destinati sia a maschi che femmine.
Per l’indagine i ricercatori hanno studiato gli atteggiamenti di un gruppo di 129 bambini cinesi fra i cinque e i sette anni da due asili di Hong Kong, divisi in due gruppi. Ai componenti del primo è stato presentata una serie di carte e giochi, fra cui dei puzzle, colorate in diverso modo e senza riferimenti a generi specifici: i bambini non hanno in seguito espresso alcuna preferenza per un colore invece che per un altro. A quelli del secondo gruppo, invece, è stato spiegato che il giallo era un colore da ragazze e il verde da maschi. Nelle scelte e nelle selezioni fatte in autonomia dai bambini sono emerse differenze di genere sensibili, allineate a quanto era stato loro spiegato.
Oltre all’assegnazione casuale nei due gruppi, le preferenze preesistenti per il colore giallo e verde dei bambini – così come per il rosa e il blu – erano state statisticamente ponderate, così che le differenze di risposta fra i componenti dei due gruppi potessero essere fortemente collegate all’effetto di genere assegnato da chi ha presentato i giocattoli ai piccoli. E, fuori dal laboratorio, da chi li presenta con colori ed etichette specifiche per il genere.
Fonte Vanity Fair