Sembra che le donne di una famiglia dove siano presenti nei maschi orientamenti omosessuali godano di una maggiore fecondità complessiva che andrebbe quindi a compensare la ridotta fecondità dei maschi omosessuali. È quanto dimostra uno studio in uscita sul Journal of Sexual Medicine condotto da un team di ricercatori delle Università di Padova e Trento guidato dal Professor Andrea Camperio Ciani, docente del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova. Il risultato della ricerca è stato che le donne, madri o zie materne di omosessuali, hanno significativamente meno problemi riproduttivi, meno gravidanze complicate e meno aborti spontanei rispetto alla norma. Un profilo riproduttivo più efficiente che si associa a una maggiore estroversione, maggiore serenità nel vivere l’amore e nell’avere relazioni sociali, anche se nel campione esaminato (oltre 200 donne volontarie italiane e francesi fra madri e zie materne di omosessuali ed eterosessuali) ci sono più separate e divorziate rispetto alle madri e zie di eterosessuali. “Ecco che i fattori che nei maschi influenzano l’orientamento sessuale verso l’omosessualità – afferma Camperio Ciani – nelle femmine invece influenzano la “salute sessuale”, la personalità e il comportamento sociale in modo tale da renderle relativamente più fertili delle altre donne”.