La comunità scienifica internazionale riconosce il successo di una terapia avanzata, ideata e sviluppata in Italia.
Il lavoro è opera dell’equipe della professoressa Graziella Pellegrini e del professor Michele De Luca, del centro di medicina rigenerativa dell’università di Modena e Reggio Emilia.
A cura del Prof. Leonardo Mastropasqua
Direttore del Centro Regionale di Eccellenza di Oftalmologia dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara
E’ tutta italiana la tecnica più innovativa che consente di rigenerare, ricostruendo in laboratorio, l’epitelio della cornea, la struttura trasparente più esterna dell’occhio, che se gravemente leso può portare a cecità non trattabile con il comune trapianto di cornea. In numerosi casi infatti sono danneggiate proprio le cellule staminali dell’epitelio corneale, che hanno sede nel “limbus” una zona di confine appunto tra cornea e sclera. In queste situazioni la cornea del paziente non è più in grado di mantenere un epitelio trasparente e sarà l’epitelio congiuntivale, opaco e ricco di vasi anomali, ricoprire definitivamente la cornea del malato oscurando completamente la visione. Molte patologie possono portare a questi eventi, in primis i traumi da ustione chimica (sostanze nocive come soda caustica negli occhi) o termica, oppure numerose malattie congenite o acquisite come il pemfigoide oculare cicatriziale e molte altre. La patologia può essere monolaterale o interessare entrambi gli occhi, in questo caso con cecità totale. Il comune trapianto di cornea è destinato a fallire perché essendo appunto danneggiate le cellule staminali, anche il trapianto nel tempo subirà il processo di congiuntivalizzazione. E’ necessario ripristinare, nella superficie oculare dell’occhio, una popolazione di cellule staminali congrua. La tecnica prevede il prelievo, tramite una piccola biopsia di limbus (nell’occhio sano, o in una parte sana dell’occhio del paziente se bilaterale) che viene eseguita dal chirurgo in anestesia locale e inviato al laboratorio di terapia cellulare per l’estrazione delle cellule staminali. Queste ultime vengono poi messe in coltura, dopo selezione cellulare accurata con tecniche speciali, per generare un epitelio corneale perfettamente identico a quello sano che viene poi trapiantato sul paziente.
Un grande vantaggio offerto da questa tecnologia è la perfetta compatibilità, che consente di evitare gli effetti collaterali tipici delle cellule da donatore, come un possibile rigetto o l’immunosoppressione.
La tecnica, inizialmente pubblicata su Lancet nel 1997, è stata successivamente testata su un campione di 112 pazienti. Questo studio clinico è stato recentemente pubblicato sulla rivista americana New England Journal of Medicine.