Cos’è il PLEXR (PLasma EXeResis) ? Si tratta di un “generatore di plasma”.
Iniziamo a capire a che cosa serve e quale sia il meccanismo di funzionamento e perché ha così tante applicazioni in comune con il laser e il radio bisturi. Vedremo anche ciò che lo rende unico.
Non si tratta né di un laser, né tantomeno di un radio bisturi o di un dispositivo a radiofrequenza. Cercare di capire il suo funzionamento partendo dalle basi di queste tecnologie sarebbe un errore, perché è lontano dall’assomigliarsi ad esse.
Il “Plasma” dal punto di vista fisico è inteso come il quarto stato di aggregazione della materia, (tutti conoscono lo stato gassoso, solido e liquido), ebbene, il quarto stato si pone tra quello liquido e quello gassoso, una sorta di “gas liquefatto” secondo i fisici. In realtà è gas ionizzato, un gas dove i suoi ioni si incontrano allo stato libero, un insieme altamente instabile di elettroni e ioni globalmente neutro (la cui carica elettrica totale è cioè nulla). Il termine “ionizzato” indica che una frazione significativamente grande di elettroni è stata strappata dai rispettivi atomi, creando un raggio attivo di microplasma che, grazie alla differenza di potenziale elettromagnetico tra la punta del manipolo e il tessuto umano, “destruttura” i componenti dell’epidermide, i cheratinociti, sublimandoli.
La Sublimazione è il termine fisico per indicare il passaggio dallo stato solido a quello gassoso. Naturalmente ci sarà una contestualmente biostimolazione del derma, dovuta al calore selettivo e focalizzato trasferito durante l’impatto del raggio di microplasma sul tessuto interessato. Durante il trattamento un fumo visibile verrà prodotto, come risultato del processo di sublimazione, con la formazione di una crosticina sulla parte trattata, che in circa una settimana cadrà, senza lasciare ematomi o cicatrici, grazie all’azione superficiale.
Da questo, si intuisce da subito che il trattamento è molto sicuro: si lavora sull’epidermide (dall’esterno verso l’interno) e non si passa lo strato della papilla dermica (a meno che non sia il medico a volerlo). Non c’è passaggio di energia elettrica e non si produce alcun danno termico. Per esempio in caso di trattamenti di ringiovanimento periorbitali, non ci sono danni né al nervo ottico né alle zone adiacenti, grazie all’azione precisa e focalizzata, nonché all’assenza di correnti di dispersione.
Le applicazioni del PLEXR: ringiovanimento periorbitale (palpebra superiore – inferiore, quello che chiamiamo “blefaroplasica non chirurgica”), ringiovanimento periorale (codice a barre), rughe e lassità cutanea del collo, rughe delle guance (micropeeling), ringiovanimento genitale, rimozione di discromie (iperpigmentazioni o ipopigmentazioni), trattamento di cicatrici e dell’acne, sia in fase attiva che non, trattamento di striature e cicatrici (soprattutto ipertrofiche) in combinazione con altri trattamenti, rimozione di tatuaggi e micropigmentazioni, difficili da trattare con altre tecniche a causa della localizzazione (profilo labbra, palpebre, sopracciglio…). E ovviamente l’eliminazione di qualunque formazione dermatologica benigna (verruche, fibromi, cheratosi, xantelasmi…), qualsiasi sia la sua base fibrotica, vascolare…
Il radio bisturi o dispositivo di radiofrequenza, il cui meccanismo di funzionamento con la corrente elettromagnetica è ben conosciuto, agisce usando il corpo umano come parte del circuito, e funziona per taglio e/o coagulazione, producendo in alcuni casi infiammazione diffusa, ematomi o cicatrici. Il danno termico è difficile da controllare dato che l’elettricità viene condotta attraverso gli ioni naturalmente presenti sia in generale nei tessuti, che nella componente liquida. Inoltre la bassa resistenza offerta dalle terminazioni nervose (nervo ottico) al passaggio di cariche elettriche rappresenta un limite, almeno per quanto riguarda la sicurezza.
Per questo, il Plexr è più sicuro, preciso e soprattutto più versatile.
Di fatto non ha molto senso paragonarlo al radio bisturi se non altro perché condividono la exeresi delle lesioni dermatologiche, e nel caso del PLEXR, questa, è solo un’indicazione in più.
Il laser funziona su basi totalmente diverse, perché utilizza fotoni, un fascio di luce coerente, monocromatico e collimato. Questa energia in parte viene assorbita, rifratta e riflessa dal tessuto in maniera selettiva e in accordo con i diversi coefficienti di assorbimento e di rifrazione.
La funzione e la risposta terapeutica dipendono in maniera complessa dalla scelta della lunghezza d’onda, dalla durata di irradiazione e dalla potenza del laser. Combinazioni diverse di questi parametri sono impiegate per trasformare l’energia luminosa in energia meccanica, termica o chimica. La temperatura aumenta nei primi strati delle cellule e successivamente negli strati sottostanti. Queste soffrono il così detto effetto termico, responsabile del riscaldamento del collagene che porta con sé l’effetto benevolo della contrazione della pelle e lo stimolo per la formazione di nuove fibre. Se quel danno termico è eccessivo, si possono produrre bruciature o alterazioni nella cicatrizzazione.
Il Plexr non è luce, per questo non dobbiamo tener conto né della lunghezza dell’onda, né della presenza di specifici cromofori e nemmeno di coefficienti di assorbimento o di diffrazione.
Questo si traduce con la possibilità di poter lavorare su qualunque tessuto dell’organismo incluso quelle zone di rischio (mucosa, cartilagine, zone con peli e/o capelli), senza aver timore di produrre cicatrici o danni ai tessuti adiacenti. Possiamo trattare qualsiasi fototipo di pelle, indipendentemente dalla melanina.
Ci sono molti tipi di laser, ma paragonandolo con il CO2/ Erbium (per la condivisione di alcune indicazioni terapeutiche) che hanno come cromoforo principale l’acqua, dunque, agiscono sulle lesioni dermatologiche inducendo l’evaporazione del tessuto, che si modifica, passando da uno stato liquido ad uno gassoso (da acqua a vapore acqueo). Su alcune pelli con uno spesso strato corneo o in lesioni dermatologiche ipercheratosiche, non possono lavorare o il rischio di danno termico è così alto che non riescono ad agire bene.
Il Plexr agisce su tessuti cosidetti buoni e cattivi conduttori, per sublimazione (passa dallo stato solido a quello gassoso senza passare per quello liquido) indipendentemente dall’acqua che contiene la pelle.
Ovviamente ogni dispositivo ha i suoi limiti e le sue virtù.
Riassumendo le principali differenze tra il Plexr e il laser: il Plexr non produce danno termico in zone indesiderate, i tempi di recupero sono minori in quanto c’è una minore reazione infiammatoria, minore differenza tra zone trattate e non, minori rischi di produrre discromie (iper o ipopigmentazioni); non c’è bisogno di usare lenti o occhiali di protezione (né per il paziente né per il medico). Non ci sono nemmeno controindicazioni (come nel caso del laser, l’uso di isotretinoina orale negli ultimi sei mesi) né limiti alle malattie immunologiche o del collagene. Non dovremo nemmeno fare una profilassi herpetica e non compariranno bolle di acne o milium post-trattamento, che possono verificarsi dopo l’uso del laser.
Il Plexr non è un laser, né un radio bisturi, né un’apparecchiatura di radiofrequenza, ma un dispositivo che genera il Plasma, estremamente sicuro, preciso e non invasivo, non rilascia calore o energie parassite nelle aree circostanti la zona trattata e lavora esclusivamente sull’epidermide del paziente, senza oltrepassare la lamina basale o causare danni a livello del derma.
Il PLEXR ha una tecnologia GMV brevettata a livello internazionale e una metodologia/tecnica ideata dal Prof. Fippi e sviluppata in tanti anni di studi e di ricerca da lui e da medici professionisti del settore, in Italia e all’estero.